A 20.000 Km è ora di sostituire le pasticche del freno posteriore, lavoro estremamente semplice. E' la prima volta che vedo il perno che fissa le pasticche nella pinza bloccato da una sola molletta, in tutte le altre occasioni che mi è capitato di lavorare, il perno era counque filettato per un paio di mm da avvitare. Ho tolto la molletta, indicata dalla freccia rossa nella foto qui sotto a sinistra, e per estrarre il perno, ho usato un giravite spingendolo con un paio di colpetti decisi.
Anche se un antifurto non garantisce gran che contro i furti mirati di chi può averci preso di mira, e studiati nelle abitudini, di sicuro è comodo per le brevi soste, o in tutte le occasioni dove si riesce ad avere a portata d'orecchio la moto. Ho montato quindi questo accessorio utilizzando il cablaggio dedicato. Metto solamente le foto principali del lavoro, giusto per far capire che è una cosa che può essere fatta da chiunque senza troppa paura e problemi risparmiando non pochi euro. Yamaha mi aveva chiesto circa 250 euro tra antifurto e montaggio, fatto in casa con 120 euro e un paio d'ore si risolve la questione. Prima di tutto ho individuato i cavi predisposti al collegamento che si trovano sotto la sella, sono nascosti in fondo e non facilmente raggiungibili (come è giusto che sia), e per tirarli fuori si deve sganciare un bel pò di cavi, relè e sensori.
La prima volta che vidi sul sito GIVI le foto del paramotore per il Ténéré, pensai che era terribile da vedere, e soprattutto costruttivamente poco efficace, non si capisce bene come è attaccato alla moto e peggio ancora, l'attacco posteriore non si vede proprio. La foto decisamente non aiuta a capire come è fatto. Cercando e ricercando in rete qualche altro prodotto con costi accettabili, mi sono poi imbattuto in altre foto di vari utenti che montavano questo GIVI, e ho capito che poteva essere interessante. A costi contenuti si protegge l’intera fiancata e non solo la parte bassa, o alta come ho potuto vedere in altri prodotti, che per la verità non sono neanche troppo protettivi in alto.
Dopo aver montato i parmani Touratech, ho avuto molti problemi sul posizionamento del manubrio e delle leve freno e frizione che andavano a sbattere contro il cupolino a fondo sterzata. Questo mi ha costretto a spostare il manubrio più in basso, e ad alzare le leve. La cosa mi ha creato dei problemi nella guida in piedi, costringendomi ad avere una posizione meno naturale e, in generale, una percezione diminuita della moto nelle manovre impegnative (non parlo del semplice traffico cittadino ma dell'off un pò avanzato). La cosa è ulteriormente peggiorata dopo aver montato il cupolino GIVI. Nelle foto qui sotto, a sinistra con il cupolino originale, e a destra con quello GIVI che richiede ulteriore spazio viste le dimensioni maggiori.
Dopo anni e anni vissuti in città sullo scooter, anche in pieno inverno e con la neve, con l’arrivo dei primi freddi, delle piogge alluvionali di questi giorni, sul Tènèrè si sente una certa differenza di protezione del suo mini cupolino rispetto ai parabrezza giganteschi degli scooter a cui ero abituato. Quando le cose si fanno serie ci si annacqua per bene, e il freddo si fa sentire. Per questo ho scelto di montare un cupolino maggiorato per passare l’inverno. Dopo varie valutazioni e confronti,ho scelto GIVI, che forse è quello più grande in assoluto per questa moto.
Un utente del sito ha avuto delle difficoltà con il suo altalntic 500, Nico65, che ha gentilmente fornito delle immagini che possono aiutare altri utenti che hanno lo stesso scooter, o derivati dal motore che monta. Si tratta del porta fusibile che è stato posizionato vicino lo sfiato degli acidi della batteria, e, qualche volta, capita che questi vapori con il tempo facciano i loro danni.
Dopo tanta indecisione, ho deciso di montare i paramani touratech, con flap superiore aggiunto. L’indecisione era data dal fatto che avrei preferito la barra in alluminio intera a protezione ma anche l’occhio vuole la sua parte… ho ceduto a quelle in plastica. Non l’avessi mai fatto… in effetti sono un po’ deluso dal risultato finale, e dalle difficoltà di adattamento che queste protezioni creano per quel che riguarda la posizione del manubrio e delle leve freno.
Da quando è nata mia figlia, il Tricker è fermo in attesa che la mamma riprenda ad andare per montagne. In questi casi, la batteria è il primo elemento che comincia a soffrire l'inutilizzo, e io comincio a subire lo stress dello smonta batteria, ricarica batteria e rimonta batteria almeno una volta al mese o massimo due mesi. Era da un pò che pensavo di montare una presa diretta per la ricarica ma non volevo fare una cosa accroccata artigianale. Casualmente un giorno in un negozio ho trovato proprio quello che cercavo, fatto a dovere, e soprattutto ben impermeabilizzato. Si tratta di un carica batterie, e mantenitore di carica, pensato proprio per facilitare la vita in questi casi. Ha una buona elettronica con protezione contro l'inversione di polarità, e verifica costante dello stato di salute della batteria per adattare il tipo di carica da fornire. Dalla foto qui in sotto a destra, si vede che i cavi dedicati al collegamento verso la batteria, sono provvisti di una presa ad attacco rapido e con verso obbligato, a cui ci si possono collegare vari terminali.
Come da programma dei gsbiker.org, sabato è stato fatto il corso base off su maxienduro, con l’aiuto e gli insegnamenti del team azzurrorosa. Un nutrito gruppo di GS pronto a mettersi alla prova su terra tra svariate prove via via sempre più impegnative. Per quel che ho potuto, ho dato il mio supporto allo staff per realizzare questo corso. Si comincia con qualche nozione base teorica sulla posizione in moto e la gestione dei pesi nelle varie condizioni di guida. Le geometrie della GS rispetto ad altre moto più classiche, e il perché queste differenze comportano dei limiti per il GS da sapere per evitare di infilarsi i imprese impossibili.
Senza parole....! purtroppo chi non conosce il posto non può capire cosa realmente significa, per chi invece ha vissuto il posto sa che è andato perso uno dei più suggestivi paesaggi e passaggi tra le montagne di Abruzzo e Lazio. ho avuto la fortuna di poterlo vivere in prima persona più volte, di cui l'ultima è stata la più dura che abbia mai fatto dato che mi ci sono ritrovato dentro senza volerlo con i 200kg del tènèrè. Adesso è diventata una spianata di terra che spero non sia solo il principio del fantomatico progetto di stendere asfalto per creare di nuovo una strada tra Camerata e il santuario.
Partenza all’alba…. Quando mancano pochi minuti al sorgere del sole e per strada servono ancora i fari accesi per vedere la strada. Aria fresca, quasi fredda, strade deserte e silenziose che quando lo scarico del Ténéré spara qualche fucilata con il motore ancora freddo, ho paura di disturbare troppo chi ancora dorme in casa. Mentre mi avvicino al raccordo, scendendo per le vie dei castelli, all’orizzonte il sole comincia a farsi vedere e mi accompagna all’appuntamento con i soliti due amici per una colazione rapida. Uno più insonnolito dell’altro cominciamo a organizzare il giro, sono previsti tra 600 e 700km. Si evita di fare il pieno alle moto visto il prezzo assurdo della benzina sperando di trovare qulcosa di meglio in viaggio.
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