Generalmente in inverno vado un pò in letargo, non amo tanto andare per montagne con il freddo, ma un invito dai vecchi amici del defunto EnduroRoma non si può rifiutare. E cosi, in una domenica beccata casualmente con il meteo perfetto, un gruppo di 17 maxyenduro si incontra nel centro di roma per poi incamminarsi verso Roma nord. Come ai bei vecchi tempi, seguo il gruppo senza sapere neanche bene quali saranno le varie tappe, poco importa, l'importante è stare con i vecchi amici.
Visto l'imprevisto capitato al Tricker, avevo accesso facile alla testa del motore avendo gia smontato un bel pò di parti, quindi mi sono avventurato nel verificare lo stato delle valvole. Sapevo che non aveva mai fatto questo controllo dal precedente proprietario, ma speravo di trovarla ancora entro i margini avendo meno di 25.000 km in totale. Il lavoro concettualmente non è troppo complicato, ci vuole però una certa manualità per capire come interpretare le tolleranze e sopratutto tanta calma e pazienza. Le valvole devono essere in rilascio, quindi il pistone deve essere in una determinata posizione per far si che le due valvole siano chiuse completamente. La chiusura completa delle valvole si ha in compressione, il pistone deve essere nel punto morto superiore e, per trovare questa posizione, ci sono dei riferimenti da andare a scoprire. A questo link l'origine di tutto il problema che mi ha portato a questo lavoro.
Il Tricker è li fermo da un bel pò di tempo, lo faccio partire ogni tanto e va sempre come un orologio, nonostante le lunghe pause. L'ho portato a fare la revisione per metterlo in regola e usarlo di nuovo. Tutto fila liscio, revisione passata, assicurazione fatta, tutto è pronto per l'utilizzo ma la devo tenere ancora ferma. Una volta al mese la faccio partire e lei come un orologio va sempre, poi però, qualcosa è successo e non andava più come sempre. Si accendeva, reggeva il minimo ma appena mettevo la prima si spegneva e non ne voleva sapere più di ripartire, fino a stendere la batteria. La parcheggio di nuovo e aspetto che la batteria si ricarichi. Dopo qualche settimana ci riprovo e stessa storia, parte ma puoi muore e stende di nuovo la batteria. La parcheggio di nuovo con la convinzione di doverci sudare non poco per capire. Trovo il tempo per tornare a provare e trovo la sorpresa, sotto la moto c'è un lago d'olio.... brutta cosa!
Arriva di nuovo il freddo a rompere le scatole e in una fredda mattina, decido di riaccendere le manopole riscaldate per le mani. Normalmente entro un chilometro di strada comincia a sentirsi il calore arrivare, invece... resto al freddo. Il voltometro della moto non indica alcun assorbimento e le manopole rimangono fredde. Considerando che sono montate dal 2013, nel 2017 ci potrebbe stare che dopo 4 anni possano aver finito la loro vita, una bella scocciatura. Comincio a studiare il problema, seguo i cavi che dalle manopole vanno alla centralina e scopro subito l'intoppo, sono tagliati di netto (foto sotto a sinistra). E' l'occasione per sperimentare il montaggio dei nuovi connettori impermeabili automobilistici comprati anni fa e mai usati ancora.
Questi connettori sono composti di un bel pò di parti da assemblare, gommini, contenitori e parti metalliche. Come al solito le foto spiegano più di mille parole, qui sotto la sequenza di foto da sinistra verso destra, che illustra come assemblare le teste dei cavi con il gommino che impermeabilizzerà poi il dietro del connettore.
La pinza che ho usato non sarebbe quella propriamente indicata per questo lavoro, ne esistono di dedicate che facilitano molto la cosa, ma con un pò di sensibilità si riesce a fare un buon lavoro. Tanto per essere precisi e maniacali, ho previsto anche un termo restringente per la parte posteriore del connettore.
Questo è solo uno dei due connettori da preparare, l'altro è fatto in maniera simile concettualmente, ma ha delle sostanziali differenze. La sequenza di foto qui sotto illustra i vari passaggi più o meno. La testa del cavo si prepara allo stesso modo delle foto qui sopra, ma il contenitore è diverso.
Una volta preparati i connettori completi, fissato il termo restringente, sono pronti all'uso e l'aspetto è decisamente bello da vedere.
E' da un pò che ho in mente di scrivere anche questa storia, poi però ho sempre desistito... o meglio, ho cercato di studiare la situazione per evitare di essere polemico inutilmente, la data della lettera pubblicata più sotto, conferma che la questione parte dal lontano 2015. Partiamo dall'inizio, dal momento in cui presi la mia Tènèrè usata con solo 7000km. Tutto perfetto, nessun graffio, nessun problema, tutto funziona, ma, noto un piccola imperfezione dell'adesivo sinistro del serbatoio. Poco male, cosi è e cosi resterà per il resto della sua vita pensai. Yamaha ha deciso di ricoprire gli adesivi con il lucido finale della colorazione del serbatoio. In poche parole, l'adesivo originale, col cavolo che lo si toglie, c'è da sverniciare la superficie prima di arrivare all'adesivo. Considerando questo, pensai che difficilmente avrebbe potuto rovinarsi ancora, qui sotto nelle due foto il dettaglio di cui parlo.
In effetti, per quella piccola imperfezione, cosi è stato, dopo 4 anni circa è praticamente rimasta allo stesso stato. Il problema è su tutto il resto. Passano gli anni, la moto va fuori garanzia e con il tempo noto che la parte destra del serbatoio, sta cambiando sotto l'adesivo. Se la colorazione e adesivo fossero stati realizzati nel modo classico, cioè un semplice adesivo sopra il colore, nessun problema, si cambia l'adesivo prima o poi... ma sul Tènèrè non si può! Come detto in precedenza, l'adesivo è sotto il lucido, impossibile da togliere se non sverniciando.
Cominciano a comparire puntini marroni, simile a ruggine (foto qui sopra), cosa impossibile visto che il serbatoio è in resina. Nel giro di un anno l'adesivo è completamente compromesso. Adesso, visto che tutto il serbatoio è prodotto in questo modo, è assolutamente impossibile che l'utente finale possa in qualche modo rovinare l'adesivo che, lo ripeto, è ricoperto da un massiccio strato di lucido applicato in produzione. Allora pensai: chissà se yamaha c'ha le palle. La moto aveva appena finito la garanzia da qualche mese. Passai da un concessionario autorizzato, questo si rese conto palesemente come me della teoria per cui il serbatoio è un blocco unico con le grafiche, un pezzo prodotto e curato in fabbrica. Per lui non ci fu problema a convocare un perito yamaha che casualmente da li a pochi giorni sarebbe passato in negozio. Presi i dati e tutte le informazioni, fu aperta una pratica con yamaha. Dopo circa un paio di mesi senza aver più parlato con nessuno, arriva una lettera da parte di yamaha che vedete per intero qui sotto, in poche parole, la moto è fuori garanzia e me la prendo nel secchio. Ok, prendo atto della cosa, fortunatamente non me ne può fregar di meno, era solo un test verso yamaha, a parer mio fallito in pieno. Almeno la decenza di vedere dal vivo la moto!!! almeno questo. Sarebbe bastata anche la buona volontà di un qualche segno di attenzione... un tagliando al 50%, un litro d'olio, almeno l'intenzione di curare i rapporti, qualche euro insignificante per le loro tasche che avrebbe prodotto molto rispetto verso il marchio con un articolo che sarebbe stato scritto decisamente in modo diverso. Avrebbero investito 50 euro in reputazione che ne avrebbe portati molti di più.
Il tempo passa ma continuo a studiare la cosa. La statistica a parer mio dice che yamaha è assolutamente colpevole sia nel controllo qualità, quanto nel gestire la sua immagine con i clienti. Non è una mia opinione, è un dato di fatto! è passato qualche altro anno, ed ho fatto le mie statistiche su questo problema. Posso tranquillamente affermare che circa il 30/40% delle XT660Z bianche, presenta lo stesso identico problema. Avrei dovuto fare una verifica sui seriali delle moto, magari si è trattato solo di una serie di X mila pezzi con questo problema, ma a me è bastato constatare che su 10 moto bianche incontrate, almeno 3/4 cominciavano a presentare il problema, fino ad arrivare a serbatoi completamente devastati in poco tempo come quello qui sotto in foto.
Bel capolavoro è?! Il mio serbatoio farà la stessa fine. Io credo che la velocità con cui il problema si presenta, è in proporzione al tempo in cui la moto rimane sotto il sole spietato dell'estate. Come da titolo, la classe non è acqua. Cara yamaha, il tuo rivale bmw richiama e risolve problemi fuori garanzia con più onestà (non sempre, con le dovute eccezioni anche in bmw), solo per citare un esempio presente qui sul sito da verificare a questo link. Yamaha, ha avuto sicuramente un problema in produzione che nega e ci passa sopra come niente fosse. Non volevo che mi fosse sostituito il serbatoio, poco me ne frega per la vita che fa la mia moto, bastava anche solo affrontare la cosa in maniera più diplomatica che non una lettera che afferma quello che tutti gia sapevamo in termini diciamo "legali" ma tutti sappiamo, anche tu yamaha, che il serbatoio, o meglio, i serbatoi bianchi, hanno avuto seri problemi in produzione che non ti conviene affrontare.
Ricordo che quando avevo l'SWT400 Honda, un misero scooter di buon livello, ero trattato in guanti bianchi, senza nemmeno richiederlo arrivarono gadget dedicati allo scooter da casa madre a sorpresa, piccole cose, uno scaldamani chimico e non ricordo che altro, cose che però hanno il loro innegabile peso. Chiamato al telefono ad ogni tagliando per sapere come erano andate le cose. A parer mio la reputazione yamaha s'è un pò annacquata, ciò nonostante aspetto con curiosità la nuova Tènèrè 700 che hai visto mai possa arrivare nelle mie mani prima o poi.
Se quell'adesivo non fosse stato sotto la verniciatura del lucido, me ne sarei stato in silenzio, ma è un dettaglio che fa la differenza.
Ma alla fine, questo plastidip, vale la pena usarlo? Si e no. Diciamo che nel tempo ha molti difetti che possono renderlo praticamente inutile, se non peggiorare l'estetica dell'oggetto a cui si applica. Principalmente il suo problema è la fragilità. Esattamente un anno fa, dopo aver passato giorni e giorni a lavorare sulla moto incontrando varie difficoltà, sono riuscito a raggiungere un risultato generico non troppo distante da quello che immaginavo. Che sia bello o meno poi è un altro discorso, pensavo meglio per certi aspetti ma non era venuto un brutto lavoro. Dopo poco tempo però, mi sono subito accorto che forse non era stata una bella pensata, che non valeva la pena spendere giorni di fatica per un lavoro di scarsa durata. Partiamo dalle note positive però, dove ha funzionato e vale sicuramente la pena spenderci tempo. Sul baule ha sicuramente mantenuto il suo aspetto mantenendo un bel tono di nero nonostante le lunghe ore sotto il sole di un anno intero.
Della serie, sono a casa e non ho un bel niente da fare... ed ecco che arriva l'idea per fare qualcosa di nuovo, di creare qualcosa. Era un pò che l'idea mi era passata per la testa ma il tempo era sempre mancato. Oggi mi sono attrezzato per vedere come realizzare una scritta da applicare alla macchina. Si tratta di vinile tagliato tramite plotter a taglio. Utilizzando un software di grafica dedicato, si possono realizzare tanti tipi di lavori, il limite è solo nella fantasia e creatività che si ha. Questo è un lavoro estremamente semplice da realizzare, ho perso un pò di tempo per cercare un font più simile possibile a quello originale usato dalla dacia.
Era un pò che ci pensavo, vista la forma a bicchiere del filtro dell'aria del Tènèrè, che può contenere qualsiasi materiale filtrante. Quello originale è in carta e lo preferisco rispetto a quelli lavabili, che sono magari più aperti però più esposti alla terra e polvere che spesso mi ritrovo ad attraversare. Non costa eccessivamente nuovo, tra i 15 e i 25 euro, quello lavabile un costo osceno, fino a 90 euro. L'idea è stata quella di togliere via la parte filtrante in carta, inserire uno strato di gommapiuma a grana media, impregnata dell'apposito olio per filtri. Pensavo poi di usare della colla a caldo per dare consistenza al tutto, in realtà poi non è servito.
Dopo una serie di appuntamenti e uscite perse con i GSBikers, finalmente sono riuscito a far coincidere lavoro e tempo libero, per unirmi ad un loro giro annuale, "la dove osano le aquile". E' l'occasione per tutti i partecipanti del forum de GS per incontrarsi, fare un bel giro turistico e passare la notte in tenda a campo imperatore, nella spianata dove si trova una specie di rifugio, Il Mucciante. E' un posto conosciutissimo nel centro Italia, un punto di ritrovo non solo per motociclisti, dove poter passare la notte e mangiare senza sosta carne sula brace. Inutile dire che il posto è spettacolare, una spianata immensa circondata da montagne, animali liberi di circolare e andare dove vogliono, strade... be le strade potrebbero essere migliorate ma sono comunque caratteristiche del posto. Fortissima la tentazione poi di lasciare l'asfalto per percorrere le tanti strade bianche che si incontrano, che si infilano nelle natura e spariscono per arrivare chissà dove.
Dopo 4 anni fermo, ho rimesso in strada il Tricker, c'era da rifare la revisione e tutti i controlli del caso ma ho avuto un piccolo imprevisto che poteva costarmi molto caro. Fatti tutti i controlli del caso nel riattivare motore e tutto il resto, ho montato una nuova batteria e mi sono preparato a dover combattere un pò per riavviare il motore. Considerando che è a carburatore, abbondantemente maltrattato dal precedente proprietario, con lo spillo del massimo che traballa, il galleggiante che non chiude bene, mi aspettavo di dover soffrire un pò per farla ripartire, invece con mia sorpresa è bastato solo qualche giro di avvio per ripartire come un orologio, come fosse stata spenta solo il giorno prima. Tutto contento me ne sono andato a fare la revisione. Nel tratto di strada di meno di 8 km, gli ho voluto dare una stirata a tutto gas. Entro sul rettilineo, mando giu tutte le marce, verso gli 80km/h all'improvviso sento un colpo secco da dietro, faccio un rapido controllo agli specchietti per vedere se avessi perso qualcosa in corsa, il motore tirava sempre bene, nessun problema apparente che continuo a tutto gas. Arriva ai 100Km/h senza troppi problemi, da li in poi per salire ai 110 è più sofferente. Arrivo all'ingresso dell'officina per fare la revisione, imbocco dentro e mi preparo con tutti i documenti.
Non mi è mai piaciuta come moto, avevo provato la vecchia versione di non so quale anno, e l'ho sempre definita il calssico ferro da stiro da asfalto, fatta bene, ottima per viaggiare ma niente più, poche emozioni. L'ultima versione mi un pò catturato per l'estetica, non bellissima ma quel non so che cosa che si fa notare in giro. Molto interessato invece al taglio del motore, un bicilindrico 650 che si piazza nel punto esatto per non farti rimpiangere consumi e costi di gestione impegnativi di cilindrate più alte, e una cavalleria minima che si difende discretamente bene per permettere bei divertimenti. Ho fatto questa prova senza aspettarmi niente di che, nessun pregiudizio e senza neanche andarmi ad informare sulle caratteristiche della moto visto. Speravo mi lasciassero la moto per un giro in solitaria, invece ho dovuto seguire il tipo che guidava il giro che ha limitato molto la ricerca del carattere vero della moto. Appena sono salito in moto ho sentito subito la classica sensazione del ferro da stiro da asfalto che ti costringe ad una posizione leggermente in avanti sul serbatoio, noto che le forche davanti sono prive di regolazioni, il minimo indispensabile, un cruscotto poco interessante almeno fin che non ho girato la chiave.