Problema manopole Oxford

Arriva di nuovo il freddo a rompere le scatole e in una fredda mattina, decido di riaccendere le manopole riscaldate per le mani. Normalmente entro un chilometro di strada comincia a sentirsi il calore arrivare, invece... resto al freddo. Il voltometro della moto non indica alcun assorbimento e le manopole rimangono fredde. Considerando che sono montate dal 2013, nel 2017 ci potrebbe stare che dopo 4 anni possano aver finito la loro vita, una bella scocciatura. Comincio a studiare il problema, seguo i cavi che dalle manopole vanno alla centralina e scopro subito l'intoppo, sono tagliati di netto (foto sotto a sinistra). E' l'occasione per sperimentare il montaggio dei nuovi connettori impermeabili automobilistici comprati anni fa e mai usati ancora.

   

Questi connettori sono composti di un bel pò di parti da assemblare, gommini, contenitori e parti metalliche. Come al solito le foto spiegano più di mille parole, qui sotto la sequenza di foto da sinistra verso destra, che illustra come assemblare le teste dei cavi con il gommino che impermeabilizzerà poi il dietro del connettore.

      

      

La pinza che ho usato non sarebbe quella propriamente indicata per questo lavoro, ne esistono di dedicate che facilitano molto la cosa, ma con un pò di sensibilità si riesce a fare un buon lavoro. Tanto per essere precisi e maniacali, ho previsto anche un termo restringente per la parte posteriore del connettore.

   

Questo è solo uno dei due connettori da preparare, l'altro è fatto in maniera simile concettualmente, ma ha delle sostanziali differenze. La sequenza di foto qui sotto illustra i vari passaggi più o meno. La testa del cavo si prepara allo stesso modo delle foto qui sopra, ma il contenitore è diverso.

      

Una volta preparati i connettori completi, fissato il termo restringente, sono pronti all'uso e l'aspetto è decisamente bello da vedere.

      

Cara Yamaha, la classe non è acqua!

E' da un pò che ho in mente di scrivere anche questa storia, poi però ho sempre desistito... o meglio, ho cercato di studiare la situazione per evitare di essere polemico inutilmente, la data della lettera pubblicata più sotto, conferma che la questione parte dal lontano 2015. Partiamo dall'inizio, dal momento in cui presi la mia Tènèrè usata con solo 7000km. Tutto perfetto, nessun graffio, nessun problema, tutto funziona, ma, noto un piccola imperfezione dell'adesivo sinistro del serbatoio. Poco male, cosi è e cosi resterà per il resto della sua vita pensai. Yamaha ha deciso di ricoprire gli adesivi con il lucido finale della colorazione del serbatoio. In poche parole, l'adesivo originale, col cavolo che lo si toglie, c'è da sverniciare la superficie prima di arrivare all'adesivo. Considerando questo, pensai che difficilmente avrebbe potuto rovinarsi ancora, qui sotto nelle due foto il dettaglio di cui parlo.

   

In effetti, per quella piccola imperfezione, cosi è stato, dopo 4 anni circa è praticamente rimasta allo stesso stato. Il problema è su tutto il resto. Passano gli anni, la moto va fuori garanzia e con il tempo noto che la parte destra del serbatoio, sta cambiando sotto l'adesivo. Se la colorazione e adesivo fossero stati realizzati nel modo classico, cioè un semplice adesivo sopra il colore, nessun problema, si cambia l'adesivo prima o poi... ma sul Tènèrè non si può! Come detto in precedenza, l'adesivo è sotto il lucido, impossibile da togliere se non sverniciando.

   

Cominciano a comparire puntini marroni, simile a ruggine (foto qui sopra), cosa impossibile visto che il serbatoio è in resina. Nel giro di un anno l'adesivo è completamente compromesso. Adesso, visto che tutto il serbatoio è prodotto in questo modo, è assolutamente impossibile che l'utente finale possa in qualche modo rovinare l'adesivo che, lo ripeto, è ricoperto da un massiccio strato di lucido applicato in produzione. Allora pensai: chissà se yamaha c'ha le palle. La moto aveva appena finito la garanzia da qualche mese. Passai da un concessionario autorizzato, questo si rese conto palesemente come me della teoria per cui il serbatoio è un blocco unico con le grafiche, un pezzo prodotto e curato in fabbrica. Per lui non ci fu problema a convocare un perito yamaha che casualmente da li a pochi giorni sarebbe passato in negozio. Presi i dati e tutte le informazioni, fu aperta una pratica con yamaha. Dopo circa un paio di mesi senza aver più parlato con nessuno, arriva una lettera da parte di yamaha che vedete per intero qui sotto, in poche parole, la moto è fuori garanzia e me la prendo nel secchio. Ok, prendo atto della cosa, fortunatamente non me ne può fregar di meno, era solo un test verso yamaha, a parer mio fallito in pieno. Almeno la decenza di vedere dal vivo la moto!!! almeno questo. Sarebbe bastata anche la buona volontà di un qualche segno di attenzione... un tagliando al 50%, un litro d'olio, almeno l'intenzione di curare i rapporti, qualche euro insignificante per le loro tasche che avrebbe prodotto molto rispetto verso il marchio con un articolo che sarebbe stato scritto decisamente in modo diverso. Avrebbero investito 50 euro in reputazione che ne avrebbe portati molti di più.

Il tempo passa ma continuo a studiare la cosa. La statistica a parer mio dice che yamaha è assolutamente colpevole sia nel controllo qualità, quanto nel gestire la sua immagine con i clienti. Non è una mia opinione, è un dato di fatto! è passato qualche altro anno, ed ho fatto le mie statistiche su questo problema. Posso tranquillamente affermare che circa il 30/40% delle XT660Z bianche, presenta lo stesso identico problema. Avrei dovuto fare una verifica sui seriali delle moto, magari si è trattato solo di una serie di X mila pezzi con questo problema, ma a me è bastato constatare che su 10 moto bianche incontrate, almeno 3/4 cominciavano a presentare il problema, fino ad arrivare a serbatoi completamente devastati in poco tempo come quello qui sotto in foto.

      

Bel capolavoro è?! Il mio serbatoio farà la stessa fine. Io credo che la velocità con cui il problema si presenta, è in proporzione al tempo in cui la moto rimane sotto il sole spietato dell'estate. Come da titolo, la classe non è acqua. Cara yamaha, il tuo rivale bmw richiama e risolve problemi fuori garanzia con più onestà (non sempre, con le dovute eccezioni anche in bmw), solo per citare un esempio presente qui sul sito da verificare a questo link. Yamaha, ha avuto sicuramente un problema in produzione che nega e ci passa sopra come niente fosse. Non volevo che mi fosse sostituito il serbatoio, poco me ne frega per la vita che fa la mia moto, bastava anche solo affrontare la cosa in maniera più diplomatica che non una lettera che afferma quello che tutti gia sapevamo in termini diciamo "legali" ma tutti sappiamo, anche tu yamaha, che il serbatoio, o meglio, i serbatoi bianchihanno avuto seri problemi in produzione che non ti conviene affrontare.

   

Ricordo che quando avevo l'SWT400 Honda, un misero scooter di buon livello, ero trattato in guanti bianchi, senza nemmeno richiederlo arrivarono gadget dedicati allo scooter da casa madre a sorpresa, piccole cose, uno scaldamani chimico e non ricordo che altro, cose che però hanno il loro innegabile peso. Chiamato al telefono ad ogni tagliando per sapere come erano andate le cose. A parer mio la reputazione yamaha s'è un pò annacquata, ciò nonostante aspetto con curiosità la nuova Tènèrè 700 che hai visto mai possa arrivare nelle mie mani prima o poi.

Se quell'adesivo non fosse stato sotto la verniciatura del lucido, me ne sarei stato in silenzio, ma è un dettaglio che fa la differenza.

Plastidip un anno dopo. Fatica sprecata?

Ma alla fine, questo plastidip, vale la pena usarlo? Si e no. Diciamo che nel tempo ha molti difetti che possono renderlo praticamente inutile, se non peggiorare l'estetica dell'oggetto a cui si applica. Principalmente il suo problema è la fragilità. Esattamente un anno fa, dopo aver passato giorni e giorni a lavorare sulla moto incontrando varie difficoltà, sono riuscito a raggiungere un risultato generico non troppo distante da quello che immaginavo. Che sia bello o meno poi è un altro discorso, pensavo meglio per certi aspetti ma non era venuto un brutto lavoro. Dopo poco tempo però, mi sono subito accorto che forse non era stata una bella pensata, che non valeva la pena spendere giorni di fatica per un lavoro di scarsa durata. Partiamo dalle note positive però, dove ha funzionato e vale sicuramente la pena spenderci tempo. Sul baule ha sicuramente mantenuto il suo aspetto mantenendo un bel tono di nero nonostante le lunghe ore sotto il sole di un anno intero.

      

Qui sopra le foto in sequenza. La prima a sinistra lo stato delle plastiche nere dopo circa un paio d'anni di sole, nella foto al centro il lavoro appena finito con il plastidip, e nella foto a destra lo stato delle plastiche dopo un anno esatto di sole e intemperie. Ha mantenuto la sua resa senza soffrire il sole e apparentemente senza modificare il tono di nero. In questo caso l'uso del plastidip è promosso quasi in pieno... dico quasi perchè c'è sempre l'incognita della sua resistenza. Diciamo che si è mantenuto in perfetto stato perchè quelle superfici non sono esposte a graffi, colpi o usura particolare da sfregamento, è una posizione fortunata. Proseguo con un altro posto dove ha mantenuto il risultato ottenuto, le frecce. 

   

Le frecce erano diventate grige quasi come le plastiche del baule, dopo un anno mantengono il loro bell'aspetto con un bel tono di nero. I finachetti del cupolino anche si trovano in una zona fortunata dove non si rischiano sfregamenti o usure meccaniche varie. I problemi cominciano a venire scendendo verso i fianchi della moto, sulle plastiche colorate di bianco. Questa è una zona molto esposta allo sfregamento ogni giorno, anche andando in giro nel traffico di Roma. Sopratutto all'altezza delle ginocchia. Essendo poi una superficie rugosa, e il plastidip stesso rende una superficie leggermente gommosa, lo sporco attaca con una certa tenacia. Lavare le superfici non è da una passata di spugna e via.

      

Nelle foto qui sopra partendo da sinistra, il fianco dopo qualche mese, nella foto al centro dopo 6 mesi e qualche uscita in off, lo sporco attacca tenace e per pulirlo tocca lavorare di fino e tanta fatica. L'ultima foto alla destra è dopo un anno, il plastidip comincia a cedere nella zona dove si muove il ginocchio. Nella foto qui sotto, le conseguenze di una caduta con lancio della moto ndò capita capita... la caduta non era proprio banale e ci può stare che la vernice viene via.

Peggio ancora dal lato sinistro. Da questo lato non ci sono mai state cadute ma la situazione è pessima, un vero disastro. Forse sarà perchè è il lato dove c'è l'uso delle marce o forse qualche mia strana abitudine di guida, di fatto il plastidip è venuto via in grandi porzioni dando alla moto un aspetto terribile. Partendo dalla foto di sinistra che è dopo 6 mesi dall verniciatura, a quella di destra che è dopo un anno esatto.

   

Passando poi ad un'altra zona che è molto esposta e usurata dall'uso quotidiano, il maniglione posteriore, il degrado non fa che confermare la fragilità del plastidip che non sopporta proprio maltrattamenti, è una leggera pellicola sovrapposta all'oggetto.

   

   

Nell'ordine nelle foto qui sopra, a sinistra lo stato delle maniglie dopo sei mesi di utilizzo della moto, e nelle foto di destra dopo un anno. Non tiene minimamente la fatica il prodotto. Continuando l'analisi, passiamo alle parti basse, dove evidentemente le superfici risultano più protette e non hanno particolare cedimenti evidenti, apparentemente. In realtà è il colore scuro a mascherare la cosa, ci sono piccole zone che si sono scoperte.

   

E per finire, altra zona critica nella parti basse, la linea rossa del forcellone sparita completamente nella zona del tacco della scarpa che usa il cambio, dall'altra parte ancora si salva un pò ma non ha vita lunga.

   

Tutto questo risultato in un solo anno di uso della moto. Ne vale la pena? Per fare un lavoro estetico completo assolutamente no! per alcuni ritocchi in zone non esposte particolarmente direi che è accettabile l'utilizzo del plastidip.

 

Aggiornamento 18/3/2018:

In vista della vendita del Tènèrè, ho previsto tutta una serie di lavori di ripristino dell'originalità della moto, tra cui anche la rimozione del plastidip deteriorato. A quasi un anno e mezzo di esposizione a qualsiasi intemperie, sole a picco e fango, il materiale si è dimostrato estremamente stabile nella sua consistenza e plasticità, in un attimo l'ho potuto rimuovere senza alcun problema. Devo sottolineare però che questa parte della moto l'avevo colorata assicurandomi un consistente strato di colore con almeno 6 passate. Questo ha permesso di creare un certo spessore della pellicola del plastidip, che ha facilitato la rimozione.

   

   

Commenti  

0# Andrea 2020-10-11 14:58
Hai usato il trasparente sopra la mappatura?
 
# paolo.f 2020-10-12 07:14
ciao,
avevo provato il trasparente ma sugli adesivi non aderiva bene ed era troppo fragile, si spellava solo a guardarlo, quindi alla fine non l'ho più passato.

Filtro aria in spugna lavabile artigianale sul Tènèrè

Era un pò che ci pensavo, vista la forma a bicchiere del filtro dell'aria del Tènèrè, che può contenere qualsiasi materiale filtrante. Quello originale è in carta e lo preferisco rispetto a quelli lavabili, che sono magari più aperti però più esposti alla terra e polvere che spesso mi ritrovo ad attraversare. Non costa eccessivamente nuovo, tra i 15 e i 25 euro, quello lavabile un costo osceno, fino a 90 euro. L'idea è stata quella di togliere via la parte filtrante in carta, inserire uno strato di gommapiuma a grana media, impregnata dell'apposito olio per filtri. Pensavo poi di usare della colla a caldo per dare consistenza al tutto, in realtà poi non è servito.

   

   

Mi sono messo all'opera e ho svuotato uno dei vecchi filtri messi da parte tempo fa. Niente di complicato, si deve fare solo attenzione a non forare la parte bassa del filtro che non è molto consistente... infatti gli ho fatto un paio di forellini, foto qui sotto a sinistra. Poi ho preso le misure sul pezzo di gomma piuma per ritagliare la parte da inserire poi all'interno.

      

      

Le misure necessarie a riempire il contenitore del filtro sono di 9 cm di altezza per 30,5 cm di lunghezza. Con queste misure, la striscia di gomma piuma si inserisce dentro precisa e ben aderente che non è servito aggiungere colla a caldo per mantenere in posizione il tutto. Qui sotto la serie di foto fino a lavoro completato.

      

Visto che mi avanzava qualche ritaglio di gomma piuma, considerando i forellini che si sono venuti a creare nella parte bassa, ho pensato di aggiungere anche sulla parte inferiore uno strato di filtrante, giusto per essere sicuri.

      

      

Aggiornamento 8/9/2017:

Non potevo non aggiornare questo articolo... ma questo filtro in spugna ha fatto miracoli. Per quanto detesto l'effetto placebo e mi dico sempre che le sensazioni sono troppo condizionabili, la matematica però non è un opinione. Di fatto, i consumi sono variati, e anche di molto. Prima normalmente alla soglia dei 280/300 km entravo in riserva, e mi sono spinto al massimo a circa altri 80 km di riserva, per un totale massimo che se non ricordo male, è arrivato a circa 360 km di percorrenza con un pieno, evitando chilometraggi totali troppo rischiosi. 

Al primo pieno fatto con questo filtro, ho cominciato a pensare che l'indicatore di benzina avesse problemi. Sono arrivato a 340 km e la riserva stava cominciando. Sono andato al benzinaio a fare il pieno al tappo per cercare di capire se ci fossero starature effettive del galleggiante, invece no! sono entrati i soliti scarsi 15 litri. Non mi è bastata la cosa... ho aspettato il secondo pieno per verificare, e ancora una volta 340 km e la riserva inizia. Con questo filtro i consumi sono scesi di un buon 10%. Probabilmente anche la sensazione di un motore decisamente più sveglio, non è solo una sensazione. Di gas in prima è matematico che alza sempre la ruota davanti, non si mette a cadela, ma è capace sempre di tirarla su di un palmo buono, prima invece era facile che se la condizione non era decisamente ottimale, di solo gas falliva l'impennatina. Mah..... da considerare forse l'accoppiata con l'akrapovic che monto da sempre? Ancora mi resta difficile credere alle sensazioni che ho di aver guadagnato qualche cavallo, non mi sembra un lavoro cosi scientifico ed elaborato da rendere cosi tanto, ma di fatto la matematica dei consumi parla chiaro su un rendimento migliorato.

Commenti  

0# Giovanni 2018-02-12 17:14
scusa ma che spugna hai usato? Spugna comune?
Grazie
 
0# paolo.f 2018-02-12 17:56
Diciamo di si.... nello specifico ho riciclato la spugna che si usa per gli imballi di parti elettroniche. l'importante e che abbia una certa densità e non sia troppo aperta che rischi di far passare qualcosa.

Frecce led sul Tènèrè... un pò accroccate...

Come da titolo di questo articolo, dopo l'ennesima volta che una delle frecce dietro del tènèrè si è spezzata, ho deciso di risolvere il problema all'origine eliminando le frecce originali da circa 16/18 euro l'una, con altre più piccole e a led, per 15 euro un set di 4 frecce. Il titolo dice anche "un pò accroccato..." e in effetti ho dovuto un pò adattarmi per evitare che il lampeggio aumentasse la frequenza. Ultimamente mi capita di dar troppo retta a quello che leggo su internet, avevo letto di qualcuno che aveva montato solo due frecce a led, lasciando le altre con lampadina normale, senza riscontrare l'aumento della frequenza del lampeggio. C'ho creduto e mi sono detto che tanto avrei sostituito solo le frecce dietro, sperando che fosse vera la cosa... mi sbagliavo! di domenica, tutti i negozi chiusi, non mi andava di lasciare il lavoro a metà e allora ho trovato come adattarmi per ripristinare il giusto valore della resistenza del circuito per evitare il problema del lampeggio.

Puoi trovare queste frecce led a questo link

   

Le nuove frecce a led sono arrivate con i cavi gia pronti all'uso, purtroppo però troppo corti per arrivare ai connettori sotto la sella e sopratutto, i connettori sono diversi. Ho dovuto tagliare i cavi sia sulla moto che sulle frecce per rifare i collegamenti giusti. Come dicevo prima, una volta collegati i led la frequenza di lampeggio è aumentata.

   

Ho cominciato a pensare su come risolvere il problema al volo in qualche modo, anche temporaneo ma volevo concludere a tutti costi.... ho pensato di usare la lampadina stessa delle frecce tolte per ripristinare il giusto valore della resistenza nel circuito. Messa in serie ai led, tutto ha ripreso a funzionare come normalmente dovrebbe. il problema è avere due lampadine di troppo da infilare da qualche parte. Senza considerare che se si fulminano, smette di funzionare anche il led, però di domenica mattina non avevo altro modo per rimediare quello che mi mancava.

   

E lo so.... non è proprio un lavoro a regola d'arte, però per adesso funziona, e come poi capita per tutte le cose temporanee, probabilmente rimarrà cosi chissà per quanto altro tempo. Dopo aver litigato con i cavi da nascondere alla meglio e trovato il posto per le lampadine di troppo, direi che lo scopo è raggiunto, le frecce a led sporgono la metà delle originali e subiscono molto meno le vibrazione per peso e lunghezza minore. Forse ho risolto il problema.